Riceviamo e pubblichiamo dal team del blog di Europa Factor l’approfondimento che segue in materia di crediti deteriorati o Non Performing Loans (in sigla NPL). Tra le varie priorità nell’attività di vigilanza della Banca Centrale Europea c’è sicuramente la prevenzione e la gestione dei crediti deteriorati. Prima di affrontare il discorso e capire cosa sono, è importante fare una premessa in merito alle caratteristiche dell’attività bancaria. L’erogazione di prestiti rientra tra i principali compiti di una banca dove, attraverso di essi, le imprese riescono ad investire creando nuovi posti di lavoro mentre i singoli cittadini possono acquistare beni primari come case o autovetture. Erogando un prestito la banca genererà un profitto attraverso gli interessi e, se il debitore rispetta i termini di pagamento e salda puntualmente le rate e gli interessi, il prestito viene definito “in bonis”. Potrebbe però accadere che l’impresa o il cittadino non riescano a rispettare gli accordi ed è in questo caso che il credito diventa “deteriorato”. Possiamo quindi definire “di cattiva qualità” tutti quei crediti che diventano deteriorati.

Quando un credito diventa deteriorato

Il passaggio tra credito a credito deteriorato avviene quando si ritiene che il debitore non riesca a rimborsare il prestito oppure quando sono trascorsi più di 90 giorni dalla data stabilita per il rimborso.

Una volta concesso un prestito, il compito di una banca è quello di esaminare attentamente il credito erogato, cercando appunto di individuare per tempo se tale credito rischia di diventare deteriorato. Quest’attività si chiama “rilevazione dei crediti deteriorati”

Perché i crediti deteriorati potrebbero avere degli effetti negativi

I crediti deteriorati fanno parte dell’attività bancaria, in quanto tutti quei soggetti o quelle imprese che si trovano in difficoltà finanziarie sono eventi che, purtroppo, rientrano nell’ordinario. I prestiti di cattiva qualità comportano ovviamente dei costi per le banche ed è per questo che dicono essere contenuti al minimo livello. I crediti deteriorati agiscono, gravando sulle banche, in due modi. Il primo è l’indebolimento della redditività, in quanto generano le perdite che a loro volta riducono gli introiti che derivano dall’attività creditizia. 

Per far fronte a queste perdite, le banche, devono effettuare degli accantonamenti, che sono dei fondi messi da parte per coprire delle perdite preventivate. Per questo motivo, il secondo modo in cui agiscono i crediti deteriorati è l’impossibilità per le banche di utilizzare quei fondi per erogare nuovi prestiti e questo comporta una riduzione degli utili. Una banca che ha sulle spalle troppi crediti deteriorati non può fornire dei finanziamenti adeguati soprattutto alle aziende che necessitano di investimenti e, nel caso in cui siano tante le banche a versare in questa situazione, può risentirne tutta l’economia in generale.

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